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Dal ministero della Salute un piano contro il virus dell'Aids

Infettivologia Redazione DottNet | 01/12/2016 21:28

Ad essere minacciati i più giovani: nel mondo 41mila morti tra i ragazzi dai 10 ai 19 anni

L'Aids non è una malattia scomparsa ed oggi ad essere più minacciati sono i giovanissimi, bambini ed adolescenti. Tanto che, avverte l'Unicef, nel mondo ogni due minuti, un giovane un giovane si contagia. Cifre allarmanti rese note nella giornata mondiale contro l'Aids, mentre il ministero della Salute italiano mette in campo un nuovo piano anti virus. Preoccupante l'allarme lanciato dall'Unicef nel settimo rapporto 'For Every Child: End Aids': se entro il 2030 non verranno effettuati ulteriori progressi per raggiungere gli adolescenti, i nuovi casi di contagio da Hiv in questa fascia aumenteranno fino a 400 mila ogni anno, rispetto ai 250 mila del 2015 in tutto il mondo, con un aumento totale del 60% di nuovi casi.

L'Aids resta dunque una delle cause principali di morte tra i giovanissimi: nel 2015, rileva l'Unicef, ha causato 41 mila vittime tra i ragazzi tra 10 e 19 anni. Il mondo "ha fatto enormi progressi per porre fine all'Aids, ma la battaglia è ancora lontana dall'essere conclusa soprattutto per quanto riguarda bambini e adolescenti", ha affermato il direttore generale Unicef Anthony Lake. Ed un allarme arriva anche dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin: "L'Aids è ancora tra di noi ma negli ultimi anni si è abbassata pericolosamente la guardia, tanto che se nel 2006 le persone che arrivavano ad assumere farmaci solo in fase conclamata di malattia erano il 20,5%, oggi sono il 74%". Ed anche se "l'Italia è oggi al tredicesimo posto con un calo dei casi di Hiv-Aids - ha detto il ministro - resta prioritario aumentare le diagnosi precoci ed i comportamenti sessuali protetti".

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Per questo l'Italia scende in campo con un nuovo piano nazionale Aids, anche alla luce dei cambiamenti legati alla malattia: "Il nuovo piano - ha annunciato Lorenzin - è in via di approvazione da parte del Consiglio superiore di Sanità, che lo discuterà il 13 dicembre; poi andrà in conferenza Stato-Regioni ed auspichiamo una rapida approvazione". Si punta prioritariamente alla prevenzione: tra gli obiettivi del piano, infatti, anche facilitare l'accesso al test, ridurre il numero delle nuove infezioni e coordinare i piani di intervento sul territorio nazionale. Fondamentale, tra gli obiettivi, ha sottolineato Lorenzin, "anche tutelare i diritti sociali e lavorativi delle persone con Hiv-Aids". In particolare, il piano si propone anche di conseguire l'incremento della percentuale dei casi diagnosticati e mantenuti in cura fino al raggiungimento del 90% delle persone con Hiv-Aids, oltre che di attivare un percorso diagnostico terapeutico definito in almeno l'80% dei centri clinici di assistenza.

Quanto al nuovo test di autodiagnosi per l'Aids, che sarà disponibile nelle farmacie, secondo il ministro si tratta di uno strumento che potrebbe aumentare le diagnosi precoci, ma ma il rischio è che il paziente possa ritrovarsi solo e disorientato. L'utilizzo del nuovo test sarà comunque valutato, ed eventualmente migliorato, dal Consiglio superiore di Sanità. L'obiettivo resta quindi quello di mantenere alta l'attenzione: per questo dal nuovo anno partiranno nuove campagne informative e messaggi di prevenzione saranno diffusi da emittenti radio e tv. Lo stesso ministero della Salute è diventato, ha concluso Lorenzin, una "bandiera per la lotta contro l'Aids, con la facciata che resterà illuminata di rosso anche nel prossimo weekend ed un display sul quale continueranno a scorrere messaggi di prevenzione e informazione".

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